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Nel Giglio delle convalli Nedda parla dei primi decenni della sua vita, quando era bambina nel paese di montagna e poi adolescente nella città. È un libero fluire di ricordi, che si rincorrono e si raggruppano per associazioni multiple. Un ricordare sollevato dalle contingenze del presente e quindi, in qualche modo, leggero, pur trattando anche temi che leggeri non sono come la guerra, il fascismo, le difficoltà della vita. Percorre il testo un tono vagamente scanzonato, anche nei frequenti collegamenti con il tempo attuale: Nedda emerge così, dalle sue pagine, come donna che vive con profonde radici nel passato ma immersa nell'oggi.