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Giugno 1942. Durante una missione esplorativa nell'estuario del Saint Lawrence, in Canada, il sommergibile tedesco U-38 viene ripetutamente sorvolato da alcune formazioni di quadrimotori americani che volano in cerchio. Il fatto, alquanto insolito, convince il suo comandante dell'esistenza di una base per l'addestramento dei piloti lungo un affluente del Saint Lawrence, e a progettare un'azione di sabotaggio per impedire il trasferimento di quei bombardieri in Inghilterra, punto di partenza per le incursioni angloamericane sulla Germania. Maggio 1980. Mentre sta seguendo l'eruzione del vulcano St. Helens, negli Stati Uniti, Sarah Powell viene a conoscenza del ritrovamento di un sommergibile tedesco della Seconda guerra mondiale nel fiume Saguenay, nello Stato canadese del Québec, all'incredibile distanza di quasi novanta chilometri dal St. Lawrence. Il relitto dell'U-Boot è incagliato nel fondale alla profondità di 25 metri, con il boccaporto di poppa aperto, il che fa supporre che l'equipaggio fosse riuscito a mettersi in salvo. La presenza, durante la guerra, di una base aerea nelle vicinanze del luogo del ritrovamento, induce l'affascinante giornalista del National Geographic ad avviare una nuova inchiesta, ritenendo che fosse quello l'obiettivo dei tedeschi, stimolata soprattutto da una triplice sconcertante scoperta: la base non è mai stata attaccata, né risulta che l'equipaggio del sommergibile si sia arreso, e neppure che nelle zone circostanti sia mai stata segnalata la presenza di marinai del Terzo Reich che cercavano di sopravvivere nascondendosi alla meglio. Alla Powell rimane quindi un solo inquietante interrogativo: dove erano finiti i quaranta uomini che si trovavano a bordo di quell'U-Boot?