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Da oltre vent'anni in Italia qualsiasi scelta viene presa in base all'interesse di una sola parte del paese. Nel Mezzogiorno prima sono sparite le banche, poi le grandi aziende, adesso si riducono strutture sanitarie, autobus, treni e presto saranno a rischio scuole e università. Si è arrivati a raccogliere tasse al Sud per investirle al Nord. In compenso abbiamo i veleni degli scarichi industriali. Per quanto tempo saremo disposti a sopportare? Quanti figli dovremo accompagnare in ospedale o alla stazione prima di reagire? O l'Italia cambia registro e guarda a se stessa come a un solo meraviglioso giardino da coltivare con la medesima cura, oppure separiamoci, consensualmente. Certo, far nascere un nuovo Stato richiede una straordinaria forza di volontà, spregiudicatezza, capacità di osare. Ma forse è proprio questo che serve: credere in se stessi, tornare a sognare. Prefazione di Pino Aprle.