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Max Scheler ha rappresentato uno dei maggiori punti di riferimento del pensiero filosofico contemporaneo, sia per i circoli cattolici sia per il movimento fenomenologico. Heidegger non ebbe remore a definirlo la più potente forza filosofica della propria epoca. La morte prematura non gli ha tuttavia permesso di portare a compimento la terza fase del suo pensiero che rimane, pertanto, nel suo nucleo profondo, ancora oscura e bisognosa di approfondimenti critici. In particolare si deve prendere atto della carenza, sino ad oggi, di studi accurati volti a individuare l'eventuale presenza di elementi teoretici della Wendung scheleriana nella speculazione precedente. Il saggio si propone di essere un contributo volto a riempire un tale vuoto, analizzando i nuclei strutturali della seconda fase del pensiero di Scheler, secondo una prospettiva che tiene conto anche dei mutamenti che sarebbero incorsi successivamente. L'analisi si concentra sulle problematiche più complesse e discusse dell'intera opera, l'assiologia e la concezione personalistica, le quali possono essere considerate come l'apporto più proficuo del genio scheleriano al dibattito filosofico moderno.