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La silloge di Guglielmo Aprile ripercorre i toni del coro della tragedia greca per alcuni versi e per altri le Lamentazioni di Geremia: lo stile espressionistico si accorda con il dramma che sta vivendo l'umanità. Non esiste un'apertura di speranza. Il pessimismo non ammette deroghe. Se la realtà stessa perde di consistenza, non esiste possibilità di autenticità e il disfacimento è totale, globale, esistenziale; possiede soltanto un'identità "temporanea", soggetta a mutamenti continui, una collocazione parziale: qualunque io diventa possibile in un processo di autocreazione e di autodistruzione inarrestabile.