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Il titolo della raccolta di Daniele Barresi "Agave, cenge e calanchi" può essere assunto come chiave di lettura dell'intera raccolta sotto il profilo sia stilistico sia tematico. All'immaginazione si presenta un paesaggio montaliano, aspro, secco, scosceso, brullo, abbellito da qualche sprazzo di verde, dove la natura nel corso dei millenni ha dispiegato la sua potenza erosiva. In secondo luogo, non può sfuggire il lessico scelto, ricercato, stilisticamente elevato, sintomo non di letterarietà, ma di una particolare capacità esplorativa dell'autore che riesce a scorgere nella realtà elementi decisamente sconosciuti, ignoti alla maggior parte delle persone.