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C'è un personaggio, Maria, che irrompe nell'incipit del romanzo. È stramba. Fa collezione di scarpe. Va in giro scalza. Scompare. Almeno così pare. Perché la storia cede il passo a un'altra persona, Laura, che dopo trent'anni di matrimonio con Alberto, una vita agiata, invidiabile, resta sola. Il lutto dell'abbandono la travolge con una carica devastante, paralizzando la sua mente e il suo corpo, al quale affida il compito di testimoniare le fasi della disperazione, finché imprevista, a un tratto, sopraggiunge la svolta. Al ritorno da un viaggio a Parigi, dove tocca il culmine della perdita di sé, ma anche il miraggio di una risalita, Laura riceve la notizia della morte di Alberto. Qualcosa di imponderabile accade dentro di lei e qualcosa di ancora più detonante accade davanti a lei. Nella sua esistenza entra con tenerezza struggente e impetuosa determinazione un giovane. Chi è quella persona che Laura si ostina a chiamare "il tuo ragazzo", rivolgendosi in un dialogo ideale al marito assente? Perché, pur volendolo, non riesce a liberarsene?