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René Girard da vari decenni è protagonista del dibattito culturale in ambito internazionale, su temi che spaziano dall'antropologia alla letteratura, dall'etnologia alla teologia, alla filosofia della religione, alla psicologia e alla sociologia. Centrando l'attenzione sull'aspetto più enigmatico del sacro, egli mostra che l'immolazione di vittime sacrificali, attestata in tutte le tradizioni religiose e nella letteratura mitologica, serve a placare la "guerra di tutti contro tutti". Quasi sul punto di autodistruggersi, la comunità trova il modo di scaricare la violenza su una vittima, che funge da "capro espiatorio" e a cui viene attribuito in seguito un valore sacrale, proprio perché riporta la pace e fonda il vincolo sociale. I miti e i riti hanno occultato l'innocenza della vittima, ma la rivelazione biblica, che culmina nei racconti evangelici della passione di Cristo, ha svelato definitivamente la menzogna vittimaria, in modo tale che il cristianesimo non può essere assolutamente equiparato a una semplice variante dei miti pagani.