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Per cent'anni ci siamo raccontati come ci difendemmo, senza sapere come ci attaccarono. I documenti e le testimonianze ritrovate narrano uomini e storie sorprendenti; mesi di preparazione nelle retrovie, traditori che passarono il fiume per rivelare l'attacco, generali che manovrarono con audacia e altri che chiesero di non entrare in combattimento; soldati che lottarono con tenacia, immersi in quelle paludi lagunari dove scompariranno. La battaglia fu progettata e combattuta come una guerra nuova, moderna; tecnica, strategia e tattica impiegate saranno più affini al secondo conflitto mondiale che non al primo. Il Piave sarà per tutti un fronte completamente nuovo. La stessa natura anfibia del territorio identificherà lo scontro. Robert Vaucher, inviato de "L'Illustration" scriverà di questo campo di battaglia, dove le trincee d'Europa si stemperavano nell'acqua: "La guerra in questa regione che forma l'estrema destra delle linee alleate, ha un carattere tutto particolare. Occorre, per avanzare, vincere l'acqua ed il fuoco." Prefazione di Marino Perissinotto.