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Caporetto non è soltanto la storia di una sconfitta ma un gigantesco esperimento di antropologia sociale dal quale emergono gli immutabili difetti di una nazione e del suo modo di essere. Nelle settimane che precedono la battaglia, i massimi responsabili della guerra italiana negano risolutamente l'evidenza di ciò che sta per accadere. Cadorna è il primo a rifiutare l'idea stessa di una grande offensiva austro-tedesca anche se le prove delle intenzioni nemiche sono davanti ai suoi occhi. Tutti gli altri lo seguono: chi per piaggeria, chi per interesse, chi per timore di vedere pregiudicata la propria carriera. Mentre austriaci e tedeschi, giorno dopo giorno, mettono in campo una potente e organizzata forza d'attacco, i comandi del Regio Esercito rimangono inerti ad attendere gli eventi da cui saranno travolti.