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"Del maiale, si sa, non si butta nulla e così lo sguardo deve allargarsi ben oltre la realtà del cibo, lungo le trame dell'arte norcina inseguendo le setole una per una. Davvero una storia sconfinata, quella del "divin porcello", che conquista il palato intrecciando la sua esistenza con quella dell'umanità che ha generosamente nutrito mutandosi -di volta in volta, di mensa in mensa- in luganighe, salami, prosciutti e lardo. Una metamorfosi, dunque. Una storia annodata a rigorosi precetti alimentari, comportamenti sociali, razze a rischio di estinzione e antichi ricettari dedicati a immaginifici banchetti rinascimentali. Passo dopo passo, salciccia dopo salciccia, la contemporaneità porcina viene qui rappresentata dalle tante e golose ricette."