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Questo libro narra la storia, ambientata ai giorni nostri, della moglie di un chirurgo plastico di fama. Lei, Anna, è l'antitesi assoluta della chirurgia estetica e prova quasi vergogna nel rivelare alle persone che le stanno attorno, la professione del marito. Più per costrizione che per scelta, si trova a dover lavorare per il consorte, e nonostante la sua inclinazione sia completamente lontana dal settore medico, cerca di trovare in quel lavoro qualche spiraglio creativo, pur di andare avanti. Decide di guardare al mondo dei "rifatti" in maniera più benevola di quanto avesse fatto fino ad allora, cercando di capire quali disastri emotivi e quali frustrazioni, portano questi pazienti a varcare la soglia della sala operatoria. Anna li osserva, li giudica, li comprende, ed alla fine li assolve, sdoganando così la chirurgia estetica. I capitoli sono dedicati ad una decina di "soggetti" più estremi: quelle persone che hanno varcato il limite, e che per questo rivelano appieno la loro fragilità. È un libro leggero, ma poetico, mascherato da frivolo, ma profondo, ed alle volte inquietante. La narrazione dei personaggi si intreccia con la vita di Anna, e le note autobiografiche sgomitano tra le righe, per dichiarare la sua diversità nei confronti del marito.