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"E poi, per assolvermi, andiamo a vedere il grande presepe in Santa Croce. È un capolavoro di artigianato meccanico, il fabbro batte sull'incudine, il pastore guida le pecore, la nonna fila, il fiume scorre e c'è persino nel suo palazzo Erode, mentre in cielo si alternano la stella cometa, la luna, gli angeli. Bè, come metafora dell'alternarsi del quotidiano e dell'eterno, del bene e del male, della tragedia e della salvezza, questo presepio è più efficace di una tragedia". Così Gina Lagorio rende omaggio a uno dei più noti allestimenti di Bra, uno dei tanti qui minutamente e affettuosamente ricostruiti dall'autore che si è mosso tra muschio e statuine, tra presepi in carta e presepi viventi. Nella consapevolezza che non c'è Natale senza presepe.