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Il mondo è un villaggio. Non ci spostiamo più a piedi (se non i pellegrini verso Santiago) ma piuttosto con gli aerei, sempre più veloci, sempre più ovunque. Sia per lavoro, che per turismo, il viaggio è una costante quotidiana. Le distanze sono azzerate, il folklore del mondo non è più leggenda, ma una visione quasi normale. L'autore con ironia e leggerezza, ci narra del nostro pianeta ravvicinato, dove le merci e le persone sono sballottate da un porto all'altro, da un aeroporto all'altro. Come container, come uccelli migratori. Il mondo è piccolo, sempre più piccolo. Ma è sempre un bene?