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"Il titolo che ho voluto dare a questo libro è 'Agape e sogni' che nella mia idea originale sarebbe stato 'Agape e i primi sogni' poi da me sintetizzato appunto in 'Agape e sogni'. Perché i sogni sono belli o brutti a tutte le età e il sogno come tutti sanno può essere premonitore di sciagure o di fortune cabalistiche, può raccontare storie da 'deja vu' si può interpretare come metafora della vita quotidiana e degli accadimenti lieti o funesti che ci attendono; il sogno che sia ad occhi aperti o chiusi è qualcosa di cui ancora non si riesce a capire la genesi e che nella nostra vita riempie spazi inesplorati del pensiero profondo, i sogni più belli sono i primi sogni, quelli incoscienti dell'infanzia, quelli che nessuno potrà mai raccontarci perché i nostri figli ancora non parlano ma comunicano a gesti, e noi possiamo solo cercare con la fantasia di interpretarli giocando sulle loro espressioni, sui loro sorrisi, o sulle loro lacrime."