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Fu Ambrogio Donini, storico delle religioni e comunista, a parlare, negli anni Cinquanta, allo storico inglese Eric J. Hobsbawm della strana storia del barrocciaio David Lazzaretti e dei suoi seguaci riuniti in un remoto angolo di terra toscana che non era quella della "Florence" anglotoscana, ma una montagna boscosa, l'Amiata, abitata da agricoltori, pastori e minatori. Hobsbawm si interessò al caso e studiò il cosiddetto "Santo dell'Amiata" che era stato ucciso brutalmente dalle forze dell'ordine nel 1878 ad Arcidosso. "Lassù sul monte Amiata / è morto Gesù Cristo / da vero socialista / ucciso dai carabinieri" ricorda una canzone amiatina. Il pericolo socialista nelle parole di David era stato paventato dai ceti dirigenti conservatori dell'Amiata: "Inni rivoluzionari; gridasi evviva la repubblica, l'annientamento dei troni e dell'attuale ordine di cose in Italia; stimolasi a scuotere il giogo e infine accendesi gli animi di una massa di gente riscaldata al fuoco di una religione fomentatrice di passioni e rapine, di puro socialismo".