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Trasformare i voti espressi dagli elettori in seggi. È questo ciò che ci si aspetta faccia una legge elettorale, sposando in pieno uno dei sistemi elettorali esistenti e operanti in altri Paesi, oppure rielaborandone uno, o più di uno, per dar vita a un sistema nuovo. Detto così sembra cosa facile. Ma l'esperienza repubblicana italiana insegna che è vero piuttosto il contrario. 1946-1948-1993: quasi mezzo secolo di operatività dello stesso sistema elettorale, fatta salva, e per la sola Camera, la brevissima parentesi di vigenza della legge del 1953. Poi, leggi elettorali nuove nel 1993, nel 2005, nel 2015 e nel 2017: quattro sistemi, di cui uno non è neppure mai stato messo alla prova, in 25 anni. Esporre nel modo più semplice, con ordine e metodo, quanto accaduto nel corso degli anni, cercando di comprenderne le ragioni e analizzando i diversi sistemi in parola, è ciò che si propone il presente lavoro.