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Sebbene già nei primi secoli dell'età moderna da tutti gli studiosi di questioni economiche meridionali venisse riconosciuto un legame forte ed insostituibile fra la presenza di acque interne e lo sviluppo di attività umane, una riflessione organica e strutturata su questi temi cominciò a maturare nel Regno solo sul finire del sec. XVIII e l'intervento normativo si sostanziò poi solo nei primi decenni dell'Ottocento con l'arrivo dei francesi . I cambiamenti introdotti nel Decennio modificarono profondamente i tradizionali equilibri sui quali si erano rette per secoli le economie delle Università del Regno e diedero adito ad una conflittualità di lungo periodo sull'uso della risorsa. La questione delle acque si innestava su alcuni dei più grandi, e per lungo tempo irrisolti, nodi problematici della storia del Mezzogiorno: l'assetto della proprietà terriera, la "questione demaniale" , le relazioni tra comunità, élites locali e apparati dello Stato, il difficile equilibrio tra interessi privati e collettivi.