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Grazie alla sapiente e musicale tessitura della pièce, Berenice D'Este dà vita a una sorta di canto corale in cui i personaggi - incarnando pregiudizi, tic nervosi, atteggiamenti psicologici che testimoniano inquietudini, ossessioni e attese dell'oggi - liberano la loro fragile umanità nell'inconsapevole attesa di un qualcosa che forse assomiglia a un riscatto, a una guarigione, a una speranza.