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Il volume analizza il ruolo dell'informazione e della comunicazione nella preparazione di un colpo di stato valutandone tutti gli aspetti internazionalistici. Partendo dalla congiura di Catilina, con alcuni raffronti con il golpe cileno del 1973, per dimostrare come la tecnica mediatica utilizzata sia sempre la stessa, si passa poi all'analisi delle varie rivoluzioni colorate e delle recenti primavere arabe. L'ambizione è quella di sottolineare gli aspetti comuni di eventi che poco hanno di popolare e spontaneo. In questi casi risulta evidente l'opera di disinformazione e la conseguente manipolazione dell'opinione pubblica. Infine si analizza il ruolo delle agenzie di rating che con i loro giudizi sono vere e proprie azioni eversive che condizionano pesantemente la vita di milioni di persone. La seconda parte è dedicata ai riflessi del colpo di stato specie nel diritto internazionale, settore in cui il tema vede annodarsi questioni strategiche, scelte politiche e diritti umani. Gli autori intendono mettere in evidenza come il colpo di stato sia una tecnica, non sempre cruenta, della lotta politica che merita d'essere analizzata evitando pregiudizi.