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"Il libro che avete in mano è una miscela alchemica a tratti bollente e a tratti raggelata. La sua natura sembra "materiale", ma insieme somiglia a "un sogno non interpretato". Rugiadoso e perentorio, ha la consistenza di un paesaggio da romanzo russo, con le sue vaste pianure ventose e il mistero spirituale che le avvolge. Le superfici traslucide e innevate si macchiano all'improvviso di un rosso sanguigno; la solitudine casta e quasi ascetica è assediata da una selvatichezza promiscua, ferina, che trova il suo emblema ricorrente nei "lupi". "Una fragilità pericolosa, una sediziosa umanità" viene qui mappata da una voce che si muove rapida tra perorazioni intime e civili, abbrivi teatrali e accensioni liriche, trasformazioni algebriche di atroci frasi fatte e giochi allegri di parole o umori. Slittando sulla musica tradizionale di endecasillabi e settenari singoli o doppi, questi testi descrivono una danza distratta, ariosa. Qua e là, è vero, l'urgenza d'invocare testimoni e la gravità di un dolore o di un allarme li trascinano in un gorgo faticoso..." (Dall'Introduzione di Matteo Marchesini)