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"Buongiorno. Mi chiamo Giovanni e il nome che avete trovato su questo libro è uno pseudonimo. Faccio lo scrittore mio malgrado. Nel senso che sono giunto alla conclusione che scrivere sia solo una perdita di tempo o, se preferite, un'ossessione intellettuale per obbligare gente onesta e indaffarata a interrompere le proprie faccende allo scopo di inseguire fantasmi, intrecci, luoghi ameni per compiacere l'io ipertrofico di uno sconosciuto." Che il caustico incipit non inganni: questo romanzo ha un ritmo sostenuto, un intreccio articolato e un impianto classico, per quanto personaggi e vicende narrate siano piuttosto fuori dai canoni. Tutto ha inizio dalla ricetta segreta di una torta in via d'estinzione e da una misteriosa eredità che arriva dall'Uruguay: il beneficiario è l'anziano Anteo, malato e allettato, ma saranno i suoi nipoti Sofia e Miro a indagare per scoprirne l'origine, imbattendosi in un segreto di famiglia che affonda in un tempo lontano ma li riguarda da molto, molto vicino...