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«Conciliare vita e scrittura: in fondo è questa la lezione di Trieste, il grande dono di Trieste. Nell'ultimo anno ho scritto quasi tutti i giorni, anche poche righe ma non importa. Importa solo il muscolo. Importa solo la gravità che muove i granelli di sabbia». Racconto di una Trieste non mediterranea, bianca nel suo mare e nel suo marmo, in cui le cose quasi non accadono più, perché fondamentalmente è accaduto tutto. Una Trieste profondamente letteraria, in cui hanno camminato personalità come Saba, Joyce, Svevo, Morand, capace eli essere metropolitana come Tokyo, uggiosa come Amsterdam, luminosa come Brooklyn. Una città che il protagonista, senza averlo voluto e senza rendersene conto, ha fatto sua, finché dovrà lasciarsela alle spalle, come un grande amore impossibile.