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Un giovane ingegnere entra nella Romania comunista nel 1960. È uno dei quattro italiani che vanno a lavorare - in uno scambio promosso dall'Università - in quel paese d'oltrecortina, da cui provengono ben poche informazioni, tutte basate sul "sentito dire". Il libro racconta, a cinquant'anni di distanza, fatti e fatterelli di ogni giorno vissuti da personaggi qualunque, spesso immersi in situazioni troppo complesse per loro; componendo il quadro di un periodo storico oggi quasi dimenticato, che ha segnato tuttavia decenni della storia d'Europa.