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Nel 1957 un giornalista della "Nazione" raccoglie le memorie dell'anziano Cosimo, cavatore sulle Alpi Apuane negli anni del fascismo. Un romanzo corale i cui veri protagonisti sono i cavatori, le vie della lizzatura e le loro insidie, la montagna, la fatica, le disgrazie sempre incombenti, l'amicizia e la solidarietà tra gli ultimi, l'ingiustizia e la violenza fascista, la passione politica che si annida negli animi intrecciandosi alla frustrazione, all'impotenza, al riscatto che prima o poi dovrà arrivare. Una lingua impastata di forma dialettale e fierezza, che ha il potere di immergere il lettore nel tempo del racconto, accendendo di vita vera persone e paesaggi, "impazienti di evadere dal luogo angusto e riparato che il ricordo ritaglia".