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Una strana figura si staglia nell'aria densa di una notte di marzo, nella landa desolata attorno alla cascina Monluè, a Milano. Sembra quasi la silhouette stilizzata di un arbusto spezzato. In realtà sono le gambe pencolanti nel vuoto di Giancarlo Ferrari, noto docente universitario e studioso del Medioevo, il cui cadavere è stato letteralmente piantato nel terreno. Bruno Ross, giovane traduttore di origini irlandesi, amico del professore, si immergerà nella risoluzione del mostruoso delitto, ritornando spesso in quella periferia sinistra e piena di mistero: il Mons Luparius, terra che custodisce l'immenso tesoro dell'ordine monastico degli Umiliati, dimora di un'umanità senza tempo, come l'umàsc di leggende sepolte, o Brunilde, la stria del Lamber. Monluè è il terreno di scontro fra storia e leggenda, fra la luce della sapienza e l'oscurità della superstizione, ma anche il luogo sospeso in cui scoccherà la scintilla di un nuovo amore.