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Un thriller, quello di Salieri, che ci accompagna all'interno di un istituto 'di cura' in cui la vita dei protagonisti e degli antagonisti è intrecciata così tanto da soverchiare ruoli e attese. "Ovunque, si respirava un sentore di minaccia incombere su tutto e tutti. Non qualcosa di definito, ma presente. Talvolta era il soffio furtivo di una brezza sepolcrale gelida, improvvisa che, afferrati i corridoi alla gola, torceva, toglieva il respiro, altre un cigolare sui cardini di porte, altre ancora un angosciante grido di un sofferente che andava a scuotere il precario equilibrio della notte; un alitare continuo, un tamburellare convulso, ossessivo, aritmico di cuori che, mutati gli esseri in demoni, davano certezza che non sarebbe valsa una serratura o una porta blindata a sottrarre un uomo al suo destino, né a risparmiarlo alla parte peggiore di sé." In un susseguirsi di colpi di scena e profonde riflessioni, delitti irrisolti e descrizioni commoventi, trapela tutto il fascino della decadenza umana. "A osservare con attenzione, il marcio riaffiorava sempre e comunque. Risaliva in superficie con la stessa prepotenza e foga con la quale ci si era adoperati ad annientarlo. E, laddove questo avveniva, si appiccicava ai tessuti, lo si respirava e, una volta germinato, trasudava sconcio, longevo, diveniva parte integrante di ciascuno".