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"Ricordi della Corte di Assise" è una raccolta di impressioni e di cronache, estratta dagli appunti che l'autore prese durante la sua esperienza come giurato alla Corte d'Assise di Rouen nel 1912, esperienza che lo segnò profondamente. "I tribunali hanno sempre esercitato su di me un fascino irresistibile. Quando viaggio, in una città, quattro cose mi attirano: i giardini pubblici, il mercato, il cimitero e il tribunale. Oggi so per esperienza che una cosa è ascoltare un verdetto, un'altra è aiutare di persona a render giustizia. Quando uno è fra il pubblico può crederci ancora. Seduto sul banco dei giurati, ripete a se stesso la parola di Cristo: "Non giudicate". Certo, sono persuaso che una comunità non può fare a meno di tribunali e giudici; ma a che punto la giustizia umana sia dubbia e precaria, l'ho potuto sentire per dodici giorni consecutivi, sino all'angoscia. E ciò, spero, apparirà un po' da queste note". In queste pagine, Gide svela con amara obiettività la duplice violenza subita dalle vittime: quella dell'aggressore o del ladro e quella, non meno brutale, della corte, che, invece di ergersi a paladina dei deboli e degli oppressi, pare avallare inesorabilmente la loro oppressione.