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Scritta tra il maggio e il luglio del 1795, durante il suo soggiorno a Berna, Vita di Gesù, arricchita in questa edizione da un'introduzione di Domenico Curtotti, consiste in un'esposizione storica e, in quanto tale, oggettiva della vita di Gesù. Hegel, pur seguendo uno schema abbastanza libero, attinge con una certa aderenza a tutte le fonti neotestamentarie (anche se si nota una prevalenza di Giovanni) opportunamente scelti e criticamente vagliati. Da essi vengono detratti tutti gli episodi riguardanti i miracoli e quelli dal carattere strettamente teologico (in cui Gesù afferma la propria divinità) per concentrarsi sull'aspetto dottrinale del messaggio evangelico di cui evidentemente l'autore intende cogliere l'essenza. La vita e la dottrina di Gesù sono descritti e interpretati da Hegel alla luce della religione di tipo kantiano (entro i limiti della pura ragione) basandosi solo su ciò che è riscontrabile empiricamente. Secondo Hegel, Gesù si è attenuto a quello che è divenuto l'imperativo categorico kantiano: "Agite secondo una massima tale che ciò che voi volete che valga come legge universale tra gli uomini valga anche per voi: questa è la legge fondamentale della moralità, il contenuto di tutte le legislazioni e dei libri sacri di tutti i popoli".