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In questo racconto satirico, ambientato nella Russia sovietica degli anni Venti, si narrano le bizzarre vicende di Pallino, un cane randagio che, salvato dalla strada e curato dall'eccentrico dottor Filip Filippovic, scopre ciò che si cela dietro l'apparente benevolenza di quel bizzarro benefattore: l'insensibile scienziato intende infatti utilizzarlo come cavia per trapiantare nel suo corpo l'ipofisi e le ghiandole seminali di un essere umano deceduto. Mutato nel Signor Pallinov, l'ex cane prende a camminare su due zampe, perde la coda, i peli, gli artigli, acquisisce la parola ed, ereditato carattere e cognizioni cerebrali dell'uomo di cui ha ricevuto l'ipofisi, si abbandona al turpiloquio, commettendo ogni sorta di oscenità, finché il professore, esasperato, decide che è giunto il momento di ripristinare il naturale ordine delle cose. Elevato a metafora critica della società e della vita quotidiana della società russa post-rivoluzionaria, questo testo, i cui i personaggi rappresentano in maniera lampante la corruzione e la malsanità vigente nel paese, fu per questo sequestrato e riposto a lungo negli archivi del KGB. Crudo, ironico e moderno un libro scritto per divertire e, nel contempo, per far riflettere.