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Definito dall'autore la somma di tutte le sue principali eterodossie filosofiche, "Crepuscolo degli idoli" si proponeva di denunciare, cacciare e rivelare tutta la decadenza culturale di cui egli, rivolgendo il proprio plauso a personalità quali Cesare, Napoleone, Goethe, Dostoevskij, Tucidide e i Sofisti, si riteneva circondato. "Questo scritto, sereno e fatale nell'intonazione - un demone che ride -, scritto in così pochi giorni che io esito a dirne il numero, è fra i libri una vera rarità: non vi è nulla di più sostanzioso, di più indipendente, di più rivoluzionario, di più cattivo". A tale decadenza, Nietzsche non ha da contrapporre alcun antidoto, intende solo descriverla, mostrare come essa emerga da ogni idolo, ogni ideale, senza apportare alcun imperativo per un miglioramento. La vena polemica dell'autore si esprime contro i rappresentanti della cultura tedesca dell'epoca, senza risparmiare frecciate nei confronti di intellettuali francesi, inglesi e italiani, nel tentativo di rovesciare tutti i falsi idoli che accompagnano la nostra storia.