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È difficile estrapolare il male da una persona, trasferirlo in un contesto più ampio, inserirlo in un personaggio immaginario, costruendone una storia dai risvolti tragici ed insoliti. Perché il "male" è un concetto astratto come il "bene", come "la felicità" come "l'ordine", "l'armonia". Sono astratti, ma esistenti, invisibili, ma tangibili. In questo romanzo muoiono i sensi comuni, si dà origine alla ricerca spasmodica di quei fattori che hanno determinato l'espandersi del male in senso assoluto, la sua predominanza in diverse circostanze di vita, le conseguenze del suo potere magico e diabolico, subdolo, viscido e contorto che porterà la vicenda verso un epilogo tragico...