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Federico da Montefeltro, duca di Urbino, è un personaggio centrale ed emblematico del Rinascimento. Grande capitano d'arme, invitto sul campo di battaglia, coniugò l'abilità di stratega militare con quelle di finissimo politico. Munifico mecenate, protettore degli artisti e scienziati che sempre affollarono la sua splendida corte di Urbino, studioso a sua volta e bibliofilo insuperato, Federico contribuì in maniera decisiva al risveglio culturale, letterario e artistico che ebbe luogo in Italia nel XV secolo. Le vicende pubbliche e private vengono narrate in questo romanzo attraverso il diario del medico personale del duca, suo amico fin dall'infanzia. Sodale in vita, consigliere e testimone, fedele esecutore delle volontà di Federico alla sua morte, costui riuscirà, assieme a un ristretto nucleo di amici, a consegnare il ducato all'erede legittimo, Guidubaldo. Il romanzo si chiude sul finire del secolo, in un anno emblematico quale il 1492, che vede il succedersi di eventi cruciali come il viaggio di Colombo, la definitiva cacciata degli arabi dall'Europa, e la morte di Lorenzo de' Medici e di Piero della Francesca. Di lì a poco, Carlo VIII di Francia varcherà le Alpi, approfittando delle divisioni tra gli stati italiani. Da quel momento, per quattro secoli, gli stranieri non abbandoneranno più l'Italia.