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Nella vita domestica della famiglia March, ritratta nel capolavoro di Louisa May Alcott, Piccole donne, e nel suo seguito Piccole donne crescono, non mancano pagine esilaranti sugli esperimenti ai fornelli, volonterosi e problematici, di Jo e di Meg come sugli inviti a pranzo, in grande stile ma sfortunati, della piccola "lady" Amy, mentre solo la timida Beth sembra trovare soddisfazione nell'attività casalinga, tanto da meritare dalle sorelle l'appellativo di "angelo del focolare". La vita in casa March offre però un'immagine alquanto idealizzata di quella che fu la vita della Alcott e dei suoi famigliari, travagliata dalla povertà e messa spesso a repentaglio dall'esagerato idealismo del padre. Quell'Amos Bronson radicalmente vegetariano, maniaco di uno stile di vita ispirato ai canoni della "purezza" di anima e corpo e tutto preso dalla necessità di propagandare le sue convinzioni filosofiche in giro per il mondo, a costo di trascurare il benessere di moglie e figlie. Ripercorrendo i punti salienti del duplice romanzo e della vita della sua autrice, il tema del cibo affiora in questo libro nella sua quotidianità e viene indagato nella sua specificità storica, con il recupero di molte ricette in uso nella cucina statunitense dell'Ottocento (rese tuttavia di facile attuazione anche oggi) e in particolare di quella tradizionale del New England, dove visse la famiglia Alcott e dove sono ambientate le vicende delle quattro sorelle March.