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Il filo rosso della rivoluzione sociale tenne uniti nel decennio Ottanta del XIX secolo operai e contadini dell'Alto Milanese e del Varesotto. La lotta unitaria di operai e contadini, con molte venature evangeliche, era sin dalla costituzione del Partito Operaio Italiano (P.O.I.) e dei Figli del lavoro, la condizione "rivoluzionaria" per realizzare il sogno/obbiettivo della liberazione del popolo da ogni forma di oppressione. Il profeta di questo importante passaggio storico-politico in terra varesina, ma non solo, fu il giovane falegname Luigi Alesini. Fu lui che, nel tempo medesimo in cui portava avanti la più famosa delle sue battaglie, quella del riscatto, sociale e più ancora umano, delle bambine e delle ragazze che lavoravano nelle filande, coagulò nella propria iniziativa tutti gli altri fermenti politici e sindacali che sorgevano sul territorio. Tra i più importanti vi fu infatti quello della ribellione nelle campagne che egli mantenne sullo stesso piano delle lotte di fabbrica ed a cui dedicò numerose "passeggiate", riunioni, comizi e articoli sul "Fascio operaio".