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Cosa vuole Massimo, così all'improvviso, dopo anni di silenzio e distanza? Cosa significa la sua telefonata nella vita di Danilo? Con queste domande si apre il racconto in prima e terza persona di una, due e poi, a cascata, tre, quattro, cinque vite e ancora altre, intrecciate dal filo della quotidianità che fa rimbalzare gli uni addosso agli altri senza una logica apparente né un disegno leggibile, se non forse il beffardo divertimento di un Dio che mette sempre la persona sbagliata là dove non vorrebbe stare. Distopia della mediocrità nelle figure di Danilo e Rosa, che inanellano piccole sfighe e futili errori in una sequenza apparentemente infinita, sfiorando senza mai raggiungere la tragedia, catartica e risolutiva.