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Tre banditi, due gemelli e una testa mozzata. Era un sabato di Pasqua di inizio secolo, tra storia e leggenda, quando il Lisander si aggirava circospetto per le strade del paese con due ceri bianchi ben nascosti nella bisaccia di pelle. Poco distante Beppe e il Meme, due giovani fratelli gemelli, si addentravano nei boschi spinti da un'irrefrenabile curiosità. E le fresche e limpide acque della sorgente esaltavano il rosso del sangue ancora indelebilmente impresso sui sassi.