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Il romanzo, dedicato al Commissario Crespi, è parzialmente autobiografico. Ambientato negli anni '80 del Novecento, nasce con l'idea di raccontare la vita vera di un poliziotto "di strada" e dei suoi uomini, per reazione alla serie di sceneggiati televisivi, nati con la grande saga sulla mafia e che si sono succeduti uno dietro l'altro, descrivendo il poliziotto italiano come una sorta di superuomo costantemente alle prese con sparatorie, inseguimenti sul filo dei 150 all'ora e azioni rocambolesche. La realtà è molto diversa: la vita di un poliziotto è fatta di giornate spesso noiose, di grande pazienza, di indagini difficoltose, di piccoli passi, di grande collaborazione, di spirito di squadra, di intuizioni di singoli sviluppate collettivamente. L'uso delle armi, fortunatamente, è molto raro, così come le lotte corpo a corpo o le esibizioni circensi. Questo vuole raccontare il Commissario Marco Crespi.