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della sua storia militare, quando nel 1958 l'ultimo custode lasciò la struttura oramai disarmata, senza i cannoni in cupola, rimase alla mercé dei vandali e all'oblio del tempo. Per opera della Comunità Montana Alta Valtellina, il forte, pur rimanendo di proprietà demaniale, fu restaurato e aperto al pubblico. Con ciò iniziò ad esserci un certo interesse verso quella struttura, di cui molti cittadini conoscevano l'esistenza, ma pochi l'avevano visitata. Con l'uscita, nel 1984, di un articolo dell'ingegner Stefano Zazzi sul forte, anche gli studiosi iniziarono ad interessarsi alla sua storia. Con gli anni, con le aperture stagionali del forte, gestite dalla Comunità Montana, sempre più persone entrarono al Dossaccio, facendolo conoscere non solamente ai cittadini della Valtellina ma anche ad appassionati di altre zone d'Italia, come l'autore di questo libro, il dott. Leonardo Malatesta, che visitò il forte nel novembre del 2012.