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Uno scrittore privo di ispirazione, fissa la pagina bianca del computer: non c'è verso di scrivere una riga del romanzo che gli hanno commissionato, meglio uscire a fare quattro passi. Da quando la moglie Tamara lo ha lasciato per un affarista pragmatico e vincente, il dolore della perdita si è fatto sottofondo dolce e amaro di giornate vuote passate a fumare, pensare, ricordare... ma poi tutto attorno pare risvegliarsi e alla piccola vita triste e sfaccendata bussano storie fino allora invisibili. Un incontro fugace in ascensore, una chiacchierata al parco con una giovane madre, la gita alla dacia, il rito della sigaretta sul balcone, le voci e il baccano del condominio, gli aperitivi a scrocco nei club letterari, la quotidiana passeggiata con il cane e il romanzo, come la vita, giorno dopo giorno si scrive da sé. Un mosaico di incontri, litigi, flirt, coincidenze, vite ordinarie di personaggi usa-e-getta raccontati per un istante e persi nella megalopoli: la Mosca contemporanea, tra quartieri d'élite e casermoni periferici, caotica, sulfurea e sensuale. Il protagonista sembra adagiarsi in una rassegnazione apparentemente pacata eppure pronta, nel caso, a riprendersi il maltolto: alla fine l'occasione arriva, come un frutto maturo sarà proprio la felicità a cadere dritta fra le mani aperte. Con flemmatica malinconia e misura sapiente di sottotoni e lampi allusivi, la scrittura procede ironica, leggera, lanciando affondi esilaranti.