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Autentica e vivissima è tuttavia la personalità di Rosmunda, protagonista di questo romanzo e incarnazione di un'Italia solerte, ma non esente da colpe e ambiguità: un paese che per non morire deve rimediare agli errori passati - incarnati dalla parabola discendente del fascismo - e imparare a giocare d'astuzia. E allo stesso modo Rosmunda - ragazza vitale e poi ristoratrice di successo, donna sensuale e introspettiva, sfortunata in amore ma anche capace di incrociare più volte sul suo cammino la gioia di vivere - scoprirà lentamente che per sopravvivere non bastano né il cuore né la coscienza: ci vogliono anche fortuna e cervello. Proprio come il suo paese, che cerca di essere più forte della storia, Rosmunda vuole lasciare il suo segno nel mondo e nel tempo: per fare ciò non esiterà a scendere a compromessi, uscendone alla fine tanto sconfitta quanto vincitrice.