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Strana giornata, questa del funerale del preside Merril! Mai e poi mai Richard avrebbe pensato di ritrovarsi, dopo la cerimonia, nella gelida casa di Cornelius Engelbrecht, il suo collega insegnante di matematica, seduto sulla sua poltrona di cuoio rosso, a conversare con quell'uomo dall'aspetto così insignificante da celare di certo un cuore incandescente o forse, in un angolo riposto della sua anima, qualche inconfessabile segreto. È con malcelato stupore perciò che Richard lo guarda accendere il camino, sorridere e, con gesti eccitati, illuminare un quadro posto davanti alla poltrona: un dipinto straordinario in cui una ragazza con un grembiule blu siede a un tavolo accanto a una finestra aperta. «Notevole», dice Richard «Indubbiamente nello stile di Vermeer. Un'imitazione sconcertante.» «È un Vermeer», sussurra Cornelius Engelbrecht... Così comincia questo romanzo che, come una preziosa scatola cinese, di capitolo in capitolo, ci conduce davanti al destino di una grande opera e delle persone, umili e potenti, nobili e arroganti, amanti dell'arte o del suo potere, che l'hanno avuta lungo i secoli. Fedele allo spirito del grande artista olandese Vermeer, Susan Vreeland cattura, attraverso l'arte e il magico potere della bellezza che essa racchiude, i desideri, i sogni, l'esistenza delle persone comuni.