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Considerato alla base della scienza criminale moderna e del diritto penale contemporaneo, il saggio fu dato alle stampe in forma anonima nel 1764. Nel 1766 il trattato fu tradotto in francese riscuotendo un grande successo e una vasta popolarità in tutta Europa. Nella pubblicazione Cesare Beccaria critica gli errori e i rigori del diritto e della procedura penale in vigore nel suo tempo biasimando la pena di morte e la tortura. Per Beccaria, infatti, non è l'intensità della pena a esercitare un ruolo preventivo dei reati, ma "l'estensione", ossia la certezza e la prontezza con cui questa viene comminata..