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Pubblicata sul Corriere di Roma dal 1° al 3 gennaio 1886 Pereat Rochus è la novella prediletta dall'autore. Come scrisse nel 1903 Laura Gropallo in Autori italiani d'oggi "in essa, egli ha davvero profusa tutta la semplicità e la nobiltà dell'anima sua, rivestendone l'ordito d'arguzia e di penetrazione [...] Un prete, a cui vien fatta l'ingiunzione, a prezzo della sua magra cappellania, di licenziar la propria serva di dubbia fama, vi si rifiuta per ispirito di giustizia e di carità". Del protagonista del racconto scrisse lo stesso Fogazzaro: "Don Rocco è buono, la sua bontà ispira reverenza sopra ogni sapere. A sentir parlare di modernismo si sarebbe forse fatta la croce, ma molti preti come lui convertirebbero il mondo a Cristo. Io lo vedo in cielo, sopra alquanti vescovi, cardinali e Papi".