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Questo volume si propone di ripercorrere il destino dell'eredità di Michelangelo a Roma dopo la sua morte, fino agli inizi del Seicento, attraverso affondi monografici e spaccati trasversali dedicati alla letteratura artistica, alla pittura, alla scultura e alla grafica romana del periodo. S'illuminano così le vicende personali di Giovanni De' Vecchi, Cavalier d'Arpino, Nicolas Cordier, Giacomo del Duca, Camillo Mariani, i fratelli Giovanni e Cherubino Alberti e Antonio Lafréry, che con la loro opera garantirono nella Roma di secondo Cinquecento una sponda di continuità e sopravvivenza al lascito di Michelangelo, prima del suo pieno recupero nel Seicento da parte di Annibale Carracci e Gian Lorenzo Bernini.