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Nell'epoca in cui Sherlock Holmes e Conan Doyle incantano i lettori di tutto il mondo presentando la celeberrima scienza della deduzione, altre discipline affiancano la scienza ufficiale e finiscono irrimediabilmente per confluire nei metodi investigativi del più grande detective di tutti i tempi: la fisiognomica di Lavater, la frenologia di Gall e soprattutto l'antropologia criminale di Cesare Lombroso, considerato allora un luminare della scienza forense. Ecco che il celeberrimo detective si trova quindi a fronteggiare individui spesso grotteschi e spaventosi, geni macrocefali e stranieri dalla pelle bruna e dai tratti animaleschi. Nel saggio in oggetto la fisiognomica viene esaminata e raccontata attraverso i volti dei protagonisti dei 62 racconti canonici del ciclo del più celebre personaggio di Sir Arthur Conan Doyle, presentandoci un'epoca in cui perfino nei cosiddetti "gialli" il più brutto era anche il più cattivo, a dispetto di quell'insospettabilità che ha costituito il successo nel genere letterario nel secolo successivo.