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Nella storia di una città-stato come Lucca, che ha conservato con attenta cura tutti i documenti relativi alla sua secolare vicenda, ordinati, descritti e inventariati da Salvatore Bongi, credo che dopo quelle del Mazzarosa, del Tommasi e del Mancini, ci sia almeno nelle sue linee generali, ben poco da scoprire. Qualcosa di più invece penso che una mano fortunata o un più accorto indagatore possa ricavare dagli archivi gentilizi, di cui il benemerito nostro Archivio di Stato, continuando la sua luminosa nobile tradizione, cura da anni la pubblicazione degli inventari... ...È perciò, non dico probabile, ma possibile che dalla massa di quelle antiche carte salti fuori un documento, un diario, una lettera, insomma una qualsiasi testimonianza che illumini, o chiarisca, o faccia apparire sotto una nuova luce, uno o più dei tanti episodi della storia di questo minuscolo Stato, che pur nella sua piccolezza seppe farsi ascoltare in Europa, alla corte imperiale come a quelle di Francia e di Spagna. Ma questa eventualità esula dallo scopo che mi sono prefisso e che è e resta soltanto quello determinato dalla volontà, e soprattutto dalla speranza, di riuscire a scrivere una storia di Lucca, che senza derogare dai princìpi propri di ogni lavoro storico, sia agevolmente leggibile, e in linguaggio del nostro tempo, da chiunque, sapendo leggere, voglia soddisfare il naturale desiderio di saperne di più, al di là delle leggende, della storia della città in cui ha la sorte di vivere.