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Da queste pagine emerge un ritratto equilibrato di Elisa Bonaparte, abile interprete della situazione politica, desiderosa delle redini del governo, prima artefice della propria ascesa al potere. Imposta ai Lucchesi come sovrana, accettata come unica possibilità al mantenimento in vita del piccolo Stato di Lucca, orgoglioso delle secolari tradizioni di indipendenza, Elisa governò con indubbia capacita l'epocale e definitivo passaggio della Lucchesia e poi di tutta la Toscana dall'Antico Regime al nuovo concetto di Stato moderno. Nonostante le dolorose soppressioni degli enti religiosi e di molte istituzioni antiche con la requisizione dei relativi beni, nonostante l'imposizione di un regime pressoché assoluto, già dall'epoca immediatamente successiva alla Restaurazione, gli storici riconobbero gli indubbi meriti della Principessa di Lucca e Piombino, in particolare l'impegno nelle opere pubbliche, nelle istituzioni assistenziali e di istruzione e nella committenza artistica. La popolazione lucchese mantenne a lungo memoria e gratitudine per essere stata esclusa grazie all'intervento di Elisa, dal prestare servizio militare sotto le gloriose ma sanguinose insegne di Napoleone.