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Non è possibile considerare la vicenda politica di Maria Eletta Martini, figura di prima grandezza della nostra storia repubblicana, senza tenerne presenti i legami con la sua città: la sua vicinanza alla rete resistenziale, mediata dal padre Ferdinando, che sarà il primo sindaco eletto a Lucca nel dopoguerra; la sua battaglia per entrare in consiglio comunale, nel 1951, dopo che il primo consiglio, nel 1946, era rimasto a composizione esclusivamente maschile; i collegamenti sempre mantenuti con il tessuto associativo femminile cattolico e con gli umori del partito democristiano locale; il suo rientro, dopo una intensa attività a livello nazionale, come capogruppo, sui banchi di Palazzo Santini nel 1990, nell'ultimo consiglio della prima repubblica. In quell'occasione fu sindaco un'altra figura di rilievo nazionale della Dc lucchese, quell'Arturo Pacini alla cui biografia questa collana ha dedicato il suo ultimo titolo. Per questi motivi abbiamo accolto con piacere questo studio dedicato ad un capitolo di storia nazionale di cui la parlamentare lucchese è stata protagonista: la riforma del diritto di famiglia portata a conclusione nel 1975. Quella di Maria Eletta è una battaglia dalla parte delle donne e con le donne. Ricca è la documentazione relativa al confronto che ella intrattiene con il suo mondo, in specie femminile, e con quella parte di esso, antidivorzista e antiabortista, con cui consente. Interessante è anche l'interazione che, pur nell'incomunicabilità, si apprezza con il femminismo mainstream di quegli anni: un universo che, in nome della sottolineatura della differenza di genere, vede forse con sufficienza una battaglia per l'uguaglianza dei diritti giudicata arretrata; ma che certo non può considerare indifferente un risultato legislativo che, tra l'altro, difficilmente sarebbe sortito senza la spinta dei movimenti...