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«Più cammino, più imparo a lasciarmi andare, a non trattenere più di quanto sia necessario, ad abbandonarmi ai miei passi, a concedermi al nuovo. E intuisco che più sono disposto a lasciarmi andare e a perdere, più riesco a ritrovarmi. Credo che sia anche questo, camminare: essere disposti ad abbandonare mappe o porzioni di esse, per immergersi nella vita pulsante. E vivere la verità invece di pensarla. E comprendere che se è vero che tutti vogliono salvare il mondo, ma nessuno si offre mai di lavare i piatti, quel qualcuno devi essere tu. Voglio essere io, il tizio che lava i miei piatti». Centonovanta chilometri a piedi sulla Via di Francesco. Dalla Toscana all'Umbria, da La Verna ad Assisi, un'avventura al rallentatore, un'epopea minima eppure macroscopica, un percorso iniziatico tra cappelle sospese, surreali creature di un bestiario immaginario, notti così vibranti da sembrare vive e alberi da frutto che appaiono improvvisi come miraggi nel deserto. Un racconto avvincente che varca la soglia del reportage narrando un'esperienza fisica e spirituale, infestata dai fantasmi di un passato che continua ad affiorare, alla ricerca della creatura più sfuggente ed elusiva che sia mai stata avvistata: se stessi.